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La Grande Emigrazione

A fine '800 la nostra economia rurale era sull'orlo del collasso a causa dei metodi agricoli antiquati, della mancanza di sviluppo industriale nelle campagne, delle tasse eccessive; la terra era posseduta da padroni per lo più incuranti dei problemi dei contadini e restii ad investire.
Questo stato di cose valeva anche per il mandamento di Cuggiono e proprio in quel periodo iniziò un esodo massiccio le cui radici si sono allungate fino ai nostri giorni.
Il flusso degli espatri da Cuggiono registrò indici di gran lunga superiori non solo a quelli della provincia di Milano, ma anche alla media nazionale. La grande emigrazione
L'emigrazione fu dapprima stagionale e diretta verso i Paesi europei; era costituita da manodopera generica, soprattutto braccianti, che iniziarono ad accorrere là dove si aprivano grandi cantieri per opere pubbliche, spesso guidati dal cuggionese Cav. Ercole Belloli, uno dei più importanti costruttori di tramvie e ferrovie nel mondo. I Cuggionesi prestarono la loro opera nella costruzione dei Forti di Bilbao, negli scavi del Canale di Corinto, nella costruzione della ferrovia Salonicco-Costantinopoli, del tunnel del Gottardo, nel cantiere di Suez, negli scavi del Canale di Panama e nella realizzazione della ferrovia del Congo.
Il censimento del 1881 dava per Cuggiono una popolazione di 6.105 abitanti; quello del 1931 (cinquant'anni dopo) ne registrava solo 4.475 ! Il numero annuale degli emigranti, di età compresa fra i 15 ed i 40 anni, raggiunse anche quota 200 ed il totale fu di almeno 3.000 !
Alcune compagnie straniere di navigazione, come la Cunard Line, aprirono proprie agenzie a Cuggiono con impiegati cuggionesi quali Angelo Rossi, Giuseppe Colombo (Pinél da agensìa), Giacomo Merlo (Giacum Marlèt) : a queste agenzie si rivolgevano gli emigranti anche dei paesi vicini per essere assistiti nel disbrigo delle pratiche di espatrio, per i biglietti relativi ai viaggi in treno fino a Le Havre, Calais o Genova ed i biglietti per le navi che, con traversate di alcune settimane, li portavano nel Sud o nel Nord "da a 'Merica".
Molti partirono per Buenos Aires e si stabilirono in varie città dell'Argentina e degli Stati confinanti; la maggior parte dei nostri emigranti raggiunse il Nord America, sbarcando ad Ellis Island, nella Baia di New York.
In un'attuale pubblicazione americana si legge: "Ellis Island é la cronistoria di oltre 12 milioni di immigranti (più di 2,5 dei quali Italiani) che varcarono le sue porte fra il 1892 ed il 1954. Sono singole storie di privazioni non raccontate, di paura dell'ignoto e di dolore della separazione. E' la storia della fede degli immigranti e della loro coraggiosa costanza nella ricerca della speranza. Questa é la storia dell'America"!
Herrin, nell'Illinois, fu in pratica "rifondata" dagli emigrati cuggionesi; Detroit, nel Michigan, e Saint Louis, nel Missouri, videro un'affluenza massiccia di nostri compaesani. Ovunque approdassero fondavano associazioni e circoli, costruivano chiese e ritrovi per aiutarsi, stare insieme ed osservare le proprie tradizioni, parlare italiano e dialetto, evocare ricordi mai spezzati.