Museo

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1550 - Urna rotante

Nome dialettale
Quantità 1
Storia
Sala Sala L - Armi e cimeli
Professione
Settore 32 - Divise e Cimeli
Epoca 1800
NOTE: 1800
Utilizzo Serviva per le estrazioni della Leva militare.
Annotazioni  
Per capire l'utilizzo che veniva fatto di questa urna bisogna rifarci ad una legge dello Stato Sabaudo, la n° 1676 del 20 marzo 1854. Questa legge prevedeva che gli effettivi sotto le armi fossero formati dai contingenti di 5 classi, detti di prima categoria, tenuti a servire per 5 anni (6 per bersaglieri, artiglieria e cavalleria), a questi si aggiungevano gli uomini detti di seconda categoria, richiamati sporadicamente per periodi di 40 giorni (fino al raggiungimento del 39° anno di età), infine i riservisti formati dai congedanti della seconda categoria: l'assegnazione alla prima categoria avveniva per estrazione. Questa legge fu estesa a tutto il Regno d'Italia nel 1861. Il numero di uomini da arruolare nell'esercito regolare fu fissato in 750.000 ed al raggiungimento di questa quota partecipavano i vari circondari e mandamenti in cui era stato diviso il territorio nazionale, in funzione del loro numero di abitanti. Cuggiono apparteneva al Circondario di Abbiategrasso. Dopo aver redatto le liste di leva, il commissario preparava tanti biglietti numerati pari a quanti erano gli iscritti nella lista. I giovani estraevano il loro numero (vedi documento cod. 0849) che indicava la progressione con cui sarebbero stati visitati dal consiglio di leva (vedi documento cod. 0850). Risulta evidente il ruolo giocato dalla fortuna; infatti più alto era il numero più c'era la possibilità che il contingente richiesto fosse già formato e quindi si fosse posti nella seconda categoria cioè nella milizia provinciale che richiedeva un impegno part-time. Il sorteggio per l'assegnazione delle varie categorie di arruolati restò in uso fino al 1909. ---------------------------------------------- Il reclutamento dell'esercito passava attraverso due fasi: nella prima fase, i comuni, formavano le liste di leva, comprendente tutte le persone potenzialmente arruolabili nell'esercito. Queste persone partecipavano quindi all'estrazione di un numero che serviva per determinare l'ordine con cui sarebbero state sottoposte all'esame del consiglio di leva per l'assegnazione alla categoria. Nella seconda fase vi era un esame definitivo degli iscritti nelle liste davanti al consiglio di leva ed il vero reclutamento con l'assegnazione alla categoria. Per la formazione delle liste di leva, il sindaco, prima dell'inizio dell'anno, provvedeva a compilare una lista preliminare dei giovani che avrebbero compiuto il 19° anno di età. Le informazioni necessarie alla formazione di questo documento preparatorio d'iscrizione venivano estratte dai registri dello stato civile, dal registro di popolazione o da altri documenti utili, non va dimenticato che fino al 1871 l'anagrafe era tenuto dalle parrocchie. Entro la fine del mese di gennaio si procedeva, quindi, alla notificazione pubblica, sottoscritta dal sindaco, in cui si chiamavano alle armi tutti i giovani in possesso dei requisiti richiesti e, successivamente, alla correzione ed alla integrazione della lista di leva, eliminando i nominativi di coloro che nel frattempo risultassero deceduti, dispersi o trasferiti in altro comune ed inserendo quelli di coloro che, esclusi, ne avevano fatto richiesta. La redazione definitiva della lista di leva, dopo essere stata sottoposta, nel mese di marzo, all'approvazione della giunta municipale veniva trasmessa in copia autentica al prefetto o al sottoprefetto del circondario ed infine al commissario di leva. In base alla legge comunale e provinciale del 20 marzo 1865 n°2248 il territorio del regno d'Italia fu diviso in provincie, circondari, mandamenti e comuni. Ogni anno il ministero della guerra stabiliva per legge il numero di uomini da arruolare nella prima categoria cioè nell'esercito permanente. In base al numero degli iscritti nelle liste di leva veniva fissato in maniera proporzionale il numero di uomini che ogni provincia, circondario e mandamento dovevano fornire, questi uomini venivano scelti tramite estrazione. L'estrazione avveniva per mandamento quindi per gruppi di comuni: Cuggiono apparteneva al mandamento di Abbiategrasso. Non tutti i giovani però avevano la possibilità di estrarre il loro numero, che come già detto, indicava l'ordine in cui sarebbero stati visitati dal consiglio di leva del circondario; i giovani che non partecipavano all'estrazione erano messi in cima alla lista ed erano detti capilista. Essere capilista dava la quasi automatica certezza, se sani, di essere di prima categoria e quindi di svolgere la leva più lunga. In questo gruppo rientravano i giovani di leve precedenti quella in esame che per qualche motivo temporaneo erano stati posti nel gruppo dei rivedibili od erano stati erroneamente omessi ed il gruppo spesso ampio di chi, in maniera fraudolenta, aveva cercato di sottrarsi agli obblighi di leva ed era stato scoperto. Sovrintendeva a questa estrazione il commissario di leva ed un ufficiale dei Reali carabinieri i quali insieme ai sindaci e agli impiegati della prefettura toglieva dalle liste chi era palesemente inidoneo come per esempio le persone affette da gravi malformazioni. Prima dell'estrazione il commissario di leva preparava tanti biglietti quanti erano gli iscritti nelle liste di leva dell'intero mandamento definitivamente verificate, da questo numero totale dei biglietti ne prelevava partendo dal numero 1 tanti quanti erano i capilista e riponeva i biglietti restanti nell'urna. I giovani che ne avevano diritto estraevano quindi il loro numero, questo numero era il numero progressivo con cui sarebbero stati visitati dal consiglio di leva quindi più alto era il numero più c'era la possibilità che il contingente richiesto fosse già formato e quindi si fosse posti nella seconda categoria cioè nella milizia provinciale che richiedeva un impegno part-time. L'estrazione veniva effettuata pubblicamente in presenza degli iscritti alla leva, dei sindaci e dei segretari comunali di tutti i municipi del mandamento; gli iscritti che non potevano essere presenti avevano il diritto di mandare un tutore, di solito il padre. Alla fine dell'estrazione ad ogni coscritto corrispondeva un numero. Una volta terminata questa fase vi era un periodo di tempo in cui le liste degli iscritti con il loro numero di estrazione venivano comunicate ai prefetti e da questi al ministero. Il ministero in base ai dati in suo possesso ed in base al numero di arruolati di prima categoria di cui necessitava, comunicava la ripartizione del numero totale nelle varie provincie, circondari e mandamenti ai presidenti dei consigli di leva, che erano ufficiali dell'esercito. Il numero di iscritti che dovevano finire in prima categoria era proporzionale al numero degli iscritti nel mandamento. Una volta stabilito il numero di soldati da destinare alle due categorie, i presidenti dei consigli di leva, convocavano il consiglio di leva del circondario. A questi consigli oltre al presidente partecipavano altri due ufficiali dell'esercito, due rappresentanti provinciali (la loro funzione era di salvaguardare gli interessi dei coscritti), un ufficiale dei reali carabinieri ed un ufficiale medico, i sindaci dei comuni del circondario, il commissario di leva ed un rappresentante del prefetto. Davanti a questi consigli dovevano presentarsi tutti gli iscritti nelle liste di leva , qui venivano visitati prima i capilista e, in base al numero progressivo estratto, tutti gli altri. Il consiglio a maggioranza decideva l'assegnazione alla prima od alla seconda categoria e decideva su tipologie particolari. Chi non si presentava a queste visite veniva considerato renitente e perseguito penalmente. Una volta raggiunto il numero di iscritti di prima categoria in un determinato mandamento, tutti gli iscritti visitati successivamente venivano inseriti nella seconda categoria cioè nella milizia mobile detta anche provinciale. Si capisce quindi bene quanto la fortuna di estrarre un numero alto ampliava molto la possibilità di essere visitato quando la ripartizione della prima categoria fosse già chiusa. Questa era la prassi comune, per tutti i casi particolari si rimanda all'allegato, che consiste nella parte del regolamento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 1877, riguardante le modalità da seguire per comporre le liste di leva ed eseguire l'estrazione.
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