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Sala V - La Nuova Sezione Archivistica del Museo Storico Civico di Cuggiono

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L’archivio della famiglia Bossi, estinta nel ramo cuggionese, è stato recuperato nel 2005 dai responsabili del Museo Storico Civico durante lo sgombero di una soffitta della loro antica casa situata a Cuggiono, in via San Gregorio, ora di altri proprietari. Una scatola originale era già stata data al Museo nel 1992 dall’addetto alla discarica comunale che, avendola trovata fortuitamente, l’aveva salvata dalla distruzione. Parte dell’archivio era stata in precedenza donata, intorno al 1995, dagli eredi Carnago all’archivio parrocchiale. L’arciprete Franco Roggiani, nel 2010, decise di cedere al Museo Storico Civico quanto custodito nell’archivio parrocchiale in modo che la preziosa raccolta, fonte di notizie per la storia locale, non fosse divisa. Un primo riordino delle carte cedute al Museo dagli eredi Carnago fu compiuto dalla dott. Paola Zocchi che ha anche pazientemente ricostruito l’albero genealogico dei Bossi, mentre quelle pervenute alla parrocchia erano già state riordinate da Gianni Visconti. Il nucleo più antico dell’archivio risale al 2 gennaio 1809 quando i figli di Baldassarre Bossi (1711-1787) decisero di riunire le carte del padre e degli avi in mazzi numerati da I a VIII corredati da un inventario denominato “Varj libri antichi e inutili di amministrazione della famiglia Bossi”. Alcune custodie di questa raccolta ci sono pervenute. Nell’archivio furono collocati anche i documenti riguardanti le eredità dello stesso Baldassarre e dei suoi figli Melchiorre e canonico Giambattista morti rispettivamente nel 1800 e nel 1805. Le pratiche per la suddivisione di queste ultime eredità, infatti, si protrassero a lungo e si conclusero proprio nel gennaio 1809. I mazzi contenevano dunque le carte risalenti al periodo compreso tra il sec. XVI e il 1809, mentre tutta la documentazione successiva fu conservata in modo casuale dai vari soggetti produttori. Quando, nell’ottobre 2015, i Soci del Museo Storico Civico decisero il riordino generale dell’archivio, affidandolo a Gianni Visconti, risultò impossibile ricomporre i mazzi originari perché il carteggio recuperato, oltre a presentarsi scompaginato, aveva subito dispersioni, piccoli attacchi di roditori e compromissioni causate dall’umidità. Si optò quindi per una suddivisione per nominativi, iniziando da Giovanni, figlio di Giacomo, il più antico Bossi di cui si conserva un documento, proseguendo poi con i discendenti. Le carte prodotte da più membri della famiglia sono state inserite nella cartella del produttore principale, mentre le pezze contabili anonime, dopo una valutazione sul contenuto e sulla possibile datazione, sono state inserite nella cartella della persona a cui potrebbero appartenere. Ovviamente la certezza assoluta non é assicurata. La suddivisione del carteggio prodotto da Luigi Bossi (1846-1913) ha posto alcuni problemi per l’indeterminatezza di parecchi confessi o fatture. Nella mancanza di indicazioni precise alcune spese avrebbero potuto essere imputate sia alla filanda che all’azienda agricola, se non alla vita privata. Anche in questo caso si è valutato il contenuto. Per la filanda si è scelto di collocare tutto il carteggio, ad iniziare dall'anno 1870 quando ereditò l’attività industriale avviata dal padre, sotto il titolo “Luigi Bossi”. Per gli anni precedenti il carteggio superstite è stato inserito tra le carte di Angelo Bossi. Anche quando la filanda fu ereditata dalla vedova di Luigi Bossi, Carolina Calcaterra, e successivamente dai suoi eredi Carnago, si è mantenuta la stessa collocazione trattandosi della medesima realtà imprenditoriale. In alcune cartelle finali sono state collocate carte che non riguardano direttamente i Bossi, ma che sono state da loro conservate per risalire agli antichi proprietari dei loro beni o per motivi che ora ci sfuggono. In alcune scatole sono stati infine collocati gli stampati che riguardano l’attività industriale, agricola e politico-amministrativa di Luigi Bossi, i quaderni scolastici di Angelo Bossi e le custodie dell'archivio antico. La sistemazione del fondo Bossi é terminata nel giugno 2016. Il Fondo è costituito da 45 cartelle contenenti i fascicoli relativi ai componenti la famiglia Bossi. N. 3 cartelle con fascicoli di atti notarili (secoli 1700 - 1800) N. 1 cartella con fascicoli riguardanti le Famiglie Pieno - Rabbia, Piantanida e Caccia.
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